Risalendo verso Catania, per raggiungere l’aeroporto, ho infine visitato Siracusa.
Che spettacolo! Quanta storia si respira nella sua cultura millenaria…
Ricordata come una grande potenza dell’età classica, rivaleggiò con Atene che tentò invano di sottometterla. Archimede vi nacque nel 287 a. C. e Platone cercò di instaurarvi lo stato ideale della repubblica. Poi Roma la conquistò. Fu capitale dell’impero bizantino e cadde nelle mani degli Arabi. Di tutto questo restano indizi ovunque, anche sotto la nuova veste che indosserà dopo il terremoto del 1693.
Metafisica e sensuale, l’isola di Ortigia (il primitivo nucleo abitato) rappresenta il cuore della città.
Lasciata l’auto al molo Sant’Antonio, attraverso l’unica antica porta d’accesso rimasta in piedi, puntate verso la parte alta di Ortigia, lungo le suggestive strade e viuzze che s’intersecano e in lontananza si tuffano a mare.
Arrivati in piazza Duomo, fermatevi a lungo prima di entrare nella cattedrale. Qui gli occhi sfileranno una matrioska di epoche: un tempio greco (all’interno sono ancora visibili le colonne doriche del Tempio di Atena) dentro una chiesa, dentro una moschea, con la faccia normanna e poi con quella tardo barocca che vediamo oggi.
Se siete lì, non potete andar via senza entrare in Santa Lucia alla Badia, dove troverete il drammatico Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio. Un dipinto che odora di morte e che resterà impresso nei miei ricordi di Siracusa insieme alla memoria secolare delle pietre, al sole africano che arroventa la pelle e al profumo vigoroso del mare che senti camminare ovunque accanto a te.
Ma come ha raccontato Leonardo Sciascia, la Sicilia non è una e vuoi al più presto ritornare.
“Bella. E non è solamente bella. Appartiene a quella categoria che dalle nostre parti, una volta, era chiamata di ‘fimmine di letto’. Ha un modo di taliarti, un modo di darti la mano, un modo d’accavallare le gambe, che il sangue ti si arrimiscolia. Ti fa capire che sotto o sopra un linzolo, potrebbe pigliare foco come la carta …”.
Andrea Camilleri, Come fece Alice, in Gli arancini di Montalbano, 1999