Franco Arminio
Cedi la strada agli alberi
Poesie d’amore e di terra
Oggi ho fatto un viaggio bellissimo. Era da un anno che volevo entrare nell’officina dei pensieri di Franco Arminio. Come dicono a casa mia, me la “trezziavo” ogni giorno e ogni tanto, come fa un ladro inesperto, rovistavo tra le sue parole e ne rubavo con gli occhi un pezzetto. Non che in un anno non abbia mai avuto del tempo pieno da dedicargli.
Questo no! C’è stata la calma dell’estate di mezzo e lo spazio bianco del Natale. Ma io non ero pronta e ho imparato ad aspettare, senza impazienza, il tempo giusto.
Poi la poesia ha deciso ed è venuta lei da me.
La poesia è un viaggio bellissimo e sceglie lei il tempo e lo spazio. Ha la forza del vento e ti spiega senza parole l’inutilità di non aver saputo strappare la morbidezza alle nuvole, la leggerezza all’aria, la semplicità al pane.
T’insegue quando si fa fatica a vincere sul dolore delle cose: sui buchi nei muri, sui tagli nelle carni, sulle voragini nei monti. E ti leva il fiato di fronte ai dischi rossi che tremano sul mare e agli occhi annacquati dei vecchi. La poesia è la risposta senza la domanda, mentre ogni cosa ti si impiglia dentro e l’amore ti avviluppa nei suoi misteri.
Cedi la strada agli alberi è un capolavoro di ermetismo e di rivelazione. Dentro ho ritrovato il disordine di Quasimodo, Ungaretti, Saba, Pasolini, Pavese, Virgilio, Pascoli, Woolf, Leopardi e persino Omero.
So che lo sai, oppure no.
Grazie, Franco Arminio.