Scrigni segreti, troppo spesso sottovalutati, i depositi dei Musei rappresentano un tesoretto tutto da scoprire. Spesso difficilmente raggiungibili, per lo stato precario o confuso in cui versano le opere e per le relative difficoltà di accesso.
Fa eccezione il deposito della Galleria Borghese a Roma, che appare come un museo nel museo, con i suoi 260 dipinti esposti su due livelli, ordinati per scuole di pittura e aree tematiche, completi di didascalie.
Nel corridoio esterno si trovano grandi tele di ambito raffaellesco, tra le quali la Madonna con Bambino di Scipione Pulzone, la Madonna con Bambino di Perin del Vaga, la copia della celebre Madonna di Casa d’Alba della National Gallery di Washington.
Il salone centrale è dominato dalla grande tela di Lavinia Fontana raffigurante Minerva in atto di abbigliarsi, acquistata dal cardinale Scipione Borghese direttamente dall’artista o dai suoi eredi.
Sul lato opposto il Cristo portacroce, storicamente attribuito a Sebastiano del Piombo ma dopo il restauro ricondotto alla mano di Giovanni De Vecchi. Lungo le pareti dedicate al Cinquecento e al Seicento sono esposte, tra le altre, diverse tele dei Carracci.
Nel vano centrale si trova La Deposizione di Cristo nel sepolcro di Passignano, al piano superiore il Cristo flagellato di Giovanni Baglione, il biografo del Caravaggio.
Nelle teche sono protetti dipinti di più piccole dimensioni: tra questi spiccano gli olii su pietra paesina di Antonio Tempesta, La presa di Gerusalemme e Paesaggio fantastico, commessi in pietre dure di scuola fiorentina, preziosi paesaggi su rame e alabastro.
Il deposito della Galleria Borghese è aperto al pubblico ogni mercoledì e giovedì, con visite guidate gratuite a partire dalle ore 16:30. Nel rispetto delle misure anti COVID-19, è obbligatorio prenotare chiamando il numero 06 67233753 o scrivendo all’indirizzo email ga-bor@beniculturali.it.