Tutto è andato distrutto delle cinquantotto camere e degli undici cottage dello Sporting Club Monte Spada di Fonni, l’albergo più in alto della Sardegna, 1385 metri sulle vette del Gennargentu a pochi metri dalle piste da sci.
Negli anni Ottanta lo Sporting Club divenne il simbolo della rinascita della Barbagia. Un luogo bello e alla moda, costruito da Gualtiero Cualbu alla fine degli anni Sessanta e inaugurato nel 1973. Funzionava bene e i numeri erano da tutto esaurito. Poi, cominciarono i sequestri di persona e l’hotel diventò osservato speciale della malavita barbaricina. La paura prese il sopravvento e nel 1986 si decise di chiudere.
Nel tempo è sparito tutto, distrutto o rubato.
Resta però una sala (ancora per poco, se non si fa qualcosa per preservarla) affrescata nel 1979 da Liliana Cano, (Gorizia, 10 ottobre 1924), l’artista che con i suoi 96 anni da compiere a breve rappresenta un simbolo della storia pittorica della Sardegna.
Nata in Friuli da genitori sardi, l’artista ereditò dalla madre la passione per l’arte e studiò a Torino, all’Accademia Albertina. A vent’anni giunse a Sassari, quando i suoi vi ritornarono alla fine della guerra. Subito iniziò ad insegnare disegno ed entrò in contatto con alcuni dei più importanti artisti sardi, partecipando ad una mostra collettiva nel 1950. Solo nel 1959 espose i suoi lavori in una mostra personale a Sassari per poi lasciare la Sardegna ed esporre in diverse città del continente e soprattutto a Roma. Cominciò allora a raccogliere premi e riconoscimenti anche fuori d’Italia. Nel 1978 andò a vivere all’estero, prima in Spagna, a Barcellona, e poi, per diciotto anni, in Francia.
Sui muri di quello spazio fantasma ancora si vedono i suoi dipinti grandiosi, risparmiati dalla furia del tempo, dove a dominare è il rosso. Seguono l’andamento curvilineo delle pareti e rappresentano un unicum artistico in cui l’artista si dedicò anima e corpo.
«Era un grande inverno, seppur senza neve. Ho trascorso almeno un mese lavorando per l’intera giornata, sempre in solitudine nel freddo locale della discoteca», ha dichiarato la pittrice. «Ho usato il rosso perché è il Re dei colori. Rosso infinito, nero e bianco».
Le figure appaiono con la possanza delle sculture; non meno belli i piccoli dettagli della vegetazione mediterranea, tra la terra e le montagne.
Pare che siano allo studio diversi progetti per recuperare la struttura. Speriamo bene.
Sono nata, sono cresciuta e ho dipinto tutto il tempo.
Liliana Cano
Per approfondire:
https://www.facebook.com/Videolina/videos/10155973706332620/