Il mondo dell’arte è agitato per una notizia che arriva da Siracusa.
Il capolavoro di Caravaggio, il Seppellimento di Santa Lucia, terminato sul finire del 1608 quando l’artista scappato dalle prigioni dei Cavalieri di Malta trovò rifugio in Sicilia, sta per raggiungere il MART di Trento e Rovereto.
Dopo un passaggio per Roma, presso l’Istituto Centrale di Restauro, al fine di essere pulito, restaurato e messo in sicurezza, sarà protagonista di una mostra al MART presieduta da Vittorio Sgarbi.
L’imponente dipinto di Caravaggio da secoli è oggetto di ammirazione di visitatori e amanti dell’arte. Dal 2011 è esposto nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia che sorge in Piazza del Duomo a pochi passi dalla Cattedrale della Natività di Maria Santissima nel punto più elevato dell’Isola di Ortigia.
L’opera è un’impresa titanica (408×300 cm) e Caravaggio pone la scena in basso immergendola in un ampio fondo terroso, a voler dare spazio anche a ciò che non si vede.
Dopo l’esposizione trentina, il dipinto tornerà a casa nella sua originaria collocazione quale pala dell’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia Fuori le Mura, in occasione della tradizionale Festa della santa patrona che si celebra ogni anno tra il 13 e il 20 dicembre.
In molti si sono espressi contro il progetto di Caravaggio al MART, soprattutto per i timori relativi al trasporto della fragile e antica tela e per la sottrazione della stessa alle migliaia di visitatori giunti in Sicilia per ammirarla. Il folto gruppo è guidato dal critico d’arte Paolo Giansiracusa e da numerosi intellettuali e associazioni locali tra cui Italia Nostra Sicilia, Dracma, SiciliAntica, Comitato Ortigia Sostenibile, BCsicilia, e l’associazione Amici del Caravaggio.
Certamente un’operazione delicata se non pericolosa, il cui esito non è ancora scontato.
Stiamo a guardare cosa succederà.
Vade retro Sgarbi. Il Caravaggio resta a casa sua
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